Questa stagione svela la tensione tra la necessità dell'isolamento e la voglia di essere visti.
L'aspetto stratificato e allungato è organizzato e opulento, un'ode alla performance del vestirsi.
Le cuciture curve sulle maniche offrono un abbraccio arrotondato. Pantaloni larghi a quattro pieghe sino alla caviglia.
Le maglie Merino sono a collo alto e seguono il corpo verso il basso.
I bottoni sono abbassati su giacche e blouson senza collo. Le mani piegate in tasche formano accumuli di tessuto ricco e morbido. Mayner riformula il familiare, usando ciò che vede per le strade di Parigi o nella sua nativa Tel Aviv, e lo reinterpreta con ironia.
Bellissima la tattilità e la robustezza del tessuto inglese, la fluidità della lana italiana, i tweed con un tocco di cashmere.
I cotoni appaiono in una miscela di toni caldi. C'è una dinamica tra l'interno e l'esterno: lo spazio tra il corpo e il materiale, la parte posteriore e la parte anteriore.
Ciò si esprime in una serie di tabard disegnati a metà polpaccio, inseriti attraverso uno spacco aperto sul retro dei cappotti button down o portati attorcigliati sulla spalla, creando un poncho aperto sul davanti.
Le spalle dei blazer su misura sono gonfie. Un top asimmetrico in lana infeltrita a una manica è indossato sotto un blouson con scollo a V. Pantaloni da judo in fresco cotone sono infilati in stivali scamosciati con cucitura singola che si arricciano alla caviglia.
La tavolozza di colori caldi quali il ruggine, avorio, cemento, rame, cammello, blu marino e oliva evocano la radiosità diffusa dell'acquerello. Il look non persegue la presunzione della perfezione, ma trova invece gioia nelle linee sinuose di un risvolto dal taglio generoso o nel volume di una manica.
C'è una morbidezza maschile. Un volume che segue il corpo. Un'architettura flessibile. Un minimalismo che non è minimalista.
Una storia d'amore che non è sentimentale. Un'eleganza assoluta.
© Hed Mayner
Dal Chodha
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