Sogno di una notte di mezza estate. Nel “The Church Palace”, iconico e suggestivo hotel ristrutturato proprio da Sabrina Persechino che vanta brillanti studi in architettura, sfila la collezione haute couture fall/winter 2016-17 di questa tanto attesa stilista che sin dalla prima uscita si dimostra essere una ventata felice di aria fresca e un inno alla vera alta moda italiana che per suscitare emozioni e affascinare non ha bisogno di ricorrere ad alcuna eccentricità o iperbolici ricami, ma punta tutto sullo charme, sull'eleganza e sul savoir faire italiano che appartiene da sempre al dna della nostra terra.
Il mondo cambia, i tempi cambiano, la moda cambia, anche l'alta moda deve farlo, traghettando la sua altissima artigianalità non solo nel mondo contemporaneo ma, soprattutto, in quello reale dove non c'è più spazio per abiti che sono sì meravigliosi ma sterili esercizi di stili mancanti del tutto di portabilità. Se l'alta moda è un sogno, come si suol dire, allora è tempo di svegliarsi perché non può più permettersi di essere un universo parallelo alla realtà, deve immergersi in esso, rinnovarsi e come una crisalide rinascere e trovare nuove strade di espressione in cui l'alta sartorialità resti sempre la grande protagonista, ma al servizio delle necessità delle donne moderne.
Sabrina Persechino si fa così perfetta portavoce e interprete di questa esigenza e manda in passerella una serie di abiti dalla linea rigorosa, dal taglio impeccabile e finemente dotati di una signorilità altera e sofisticata. Tutto è raffinatezza e si procede per blocchi, per meglio far comprendere a stampa e ospiti tutto il lavoro che si nasconde dietro ogni capo.
Si comincia con il bianco: soave, delicato, eppure deciso e iperfemminile. Sabrina Persechino ce ne dà la sua personalissima interpretazione attraverso coats dalla linea fasciante e lunghi al ginocchio, come anche negli abiti con scollo a V, manica spesso a tre quarti e gonna longuette, senza dimenticare la sera, con long dress evanescenti e sensuali, con leggero strascico e accompagnati da sublimi maxi coat dalla linea ampia e dalla lunghezza over.
Un trionfo di pura bellezza nel nome del colore più luminoso, con delicati décor araldici che costituiscono il leitmotif di ogni capo en blanche. Ciascun abito e capospalla infatti, compreso un meraviglioso top in tulle sotto una delicata giacchina perfetta all day long, ripetono questo fregio classico, questo ramage, sul bordo, sugli scolli o anche in vita dove è ricamato su fasce di organza.
E, con il parterre di ospiti e stampa accomodato in un meraviglioso parco con antiche vestigia, questo dettaglio è assolutamente perfetto e iconico.
Si passa, quindi, al grigio, assolutamente glam e techno perchè Sabrina Persechino, da perfetto architetto, ama letteralmente progettare i suoi abiti non solo pensando al modello e alla silhouette, ma, soprattutto, ai materiali con cui saranno realizzati.
Questo la porta a compiere una costante ricerca stilistica nel campo del tessile, sperimentando e osando combinazioni inedite, spesso da lei stessa ideate, come negli abiti longuette al ginocchio proposti in un grigio opaco illuminato da dettagli e inserti in pelle lucida ton sur ton, tra cui una favolosa pelle cangiante dai riflessi madreperlati e iridescenti. Vincente nei capi in grigio il contrasto tra lucido e opaco e un lavoro di modellistica e sartorialità eseguito in modo impeccabile, come anche nel terzo blocco di abiti, tutti in un tessuto con paillettes pressate, stampate e composte a formare straordinarie geometrie, mentre a trionfare è la nuance verde bosco, calda, avvolgente e di notevole impatto visivo con capi minimal chic dagli echi Japan ammirabili nella giacca da gran sera avvitata con maxi cintura, ad esaltare il punto vita, e negli abiti longuette, come anche nei long dress da sera con meravigliose maniche morbidamente ampie che tanto ricordano quelle dei kimono.
Anche in questo caso le linee sono semplici, pulite e rigorose, in nome di un'alta moda indossabile e chic, pensata per donne upper class che credono fermamente nella filosofia del less is more. Total black per l'ultimo blocco di abiti longuette con maniche a tre quarti. Incantevole il top stretto in vita con volant che esalta le forme femminili, come anche gli eleganti abiti da sera, con corpetto e lunga gonna leggera ed eterea che accarezza la silhouette senza mai segnarla. Il tutto realizzato con una particolarissima pelle spalmata, sempre in nome di un amore per la sperimentazione e ricerca che fanno di Sabrina Persechino il volto nuovo dell'alta moda italiana, che crede nel nostro comparto tessile, notoriamente il migliore al mondo, e osa, innova, rinnova, rispetta eppure sfida la tradizione alla ricerca di una alta moda finalmente nuova, in grado di virare la rotta verso un ottimistico futuro.
A chiudere è la Sposa con un abito sartorialmente magistrale, total white, con corpetto e lunga gonna con imponente strascico, come imperiale è anche il velo, lungo e bordato dai fregi araldici ramage che nel primo blocco, quello del bianco, hanno esaltato i tagli e le forme di ogni capo. Qui ramage sono appoggiati soavemente sulla testa, quasi come una coroncina reale e, se il bouquet è un anello da portare al dito, il velo parte da un elegante chignon, opera di Sergio Valente che ha curato con straordinaria maestria e il buongusto di sempre le acconciature della sfilata, così moderne, fresche e al passo con quelle ammirate qualche giorno fa a Parigi. Perché quando lo vogliamo non siamo mai secondi a nessuno.
Se Paganini non ripete, Roma sì, purtroppo, tranne Sabrina Persechino che regala una collezione d'alta moda perfettamente imperniata su un coraggioso contrasto tra il techno e la classicità che riesce a bilanciare e combinare con grande savoir faire. Un plauso, quindi a questa couturier che permette all'alta moda italiana, con un colpo di coda, sul finire della kermesse romana, di guardare al futuro con rinnovata fiducia, purché si punti sulla ricerca tessile, sull'eleganza tout court e sul concetto di comfy e portabilità perché cosa c'è di più perfetto dell'essenzialità?
Tutto il resto nella moda serve solo a distrarre dalla linea dell'abito che è, invece, l'unico e solo indicatore del livello di artigianalità, modellistica e sarorialità che un brand di alta moda riesce ad esprimere. La vera alta moda è tutta qui. Splendida collezione Italiana, quindi, che non sceglie la via più semplice di ricami e volumi eclettici e iperbolici per vendersi meglio sul mercato del Middle East e internazionale, ma resta italiana nello stile e nello charme dal primo all'ultimo capo, perché fin troppa gente dimentica che all'estero la gente vuole vedere, comprare e indossare lo Stile Italiano e Sabrina Persechino è sublimamente italiana.
Credits: ph. Salvatore Dragone