Si chiama “Haute-à-Porter” la mostra che fino al prossimo 11 settembre 2016 sarà ospitata dal Modemuseum Hasselt, in Belgio e dedicata ai confini sempre più labili esistenti tra il mondo dell'alta moda e quello del ready to wear, così sublime talvolta, seppur prodotto in serie, da competere per bellezza, stile e design con capi di alta moda. Si è discusso molto in questi anni di questo avvicinamento tra due mondi un tempo così lontani da sembrare appartenere a galassie diverse, arrivando a coniare il termine pret à couture o demicouture perchè era una forma di pronto moda dai dettagli pregiati, tagli sartoriali perfetti nonché ricami, stoffe e decori di prim'ordine, quasi come quelli dell'alta moda.
In questi anni, come dimostrano gli abiti in mostra appartenenti a collezioni recenti di Vivienne Westwood, Dior, Chanel, Alexander McQueen, Gucci e Rick Owens, il pret à couture si è imposto sulla scena fashion mondiale in maniera forte e innegabile. Impossibile non prenderne atto e con questa mostra tributarne un giusto omaggio perchè, se è vero che nulla è paragonabile alla magia di una creazione one of a kinf ideata da un couturier in un atelier e non già da un ufficio stile in un'azienda, è anche vero che il pret à portèr ha capito che se l'alta moda è riservata a poche privilegiate clienti lui poteva offrire alla gente comune lo stesso sogno di bellezza a un prezzo decisamente più contenuto. Naturalmente gli standard sartoriali non potranno mai equivalersi, ma il pret à couture ha saputo conquistarsi un'ampia fetta di mercato di clienti wanna be, i tantissimi vorrei ma non posso incantati dalle creazioni couture ma impossibilitate ad acquistarle.