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La Moda italiana vince la crisi grazie al tessile, ottimismo per il 2019

La moda in Italia è una cosa seria. Al di là del giornalismo spettacolo, di trend tanto fuggevoli quanto inspiegabili, presunti e opinabili influencer e tutto ciò che la fa sembrare quasi un circo fuori dal mondo da cui il trattamento di sufficienza e distacco che da sempre le riservano le elite culturali, la moda è prima di tutto industria e tra le più solide e determinanti per le sorti economiche del nostro paese, seconda solo alle attività metallurgiche come settore manifatturiero.

Basta dare uno sguardo ai dati diffusi in questi giorni di fine anno da Cribis, società del Gruppo Crif specializzata nella business information, per rendersi conto di quanto, nonostante la crisi, il settore tessile resti una delle principali realtà italiane per qualità, stile e innovazione.

L'industria della moda italiana è uno dei pilastri dell'economia nazionale con oltre 78 miliardi di euro di fatturato, di cui circa 51 miliardi in export.

La filiera si articola in settore delle fibre (preparazione e filatura delle fibre, naturali e artificiali), settore tessile (trasformazione e lavorazione delle fibre), settore dell'abbigliamento (confezionamento dei tessuti) e distribuzione (commercializzazione presso clienti privati e industriali). Anche se, nel corso degli anni, l'industria tessile italiana è stata coinvolta in una progressiva riduzione del proprio giro d'affari, è riuscita a mantenere un ruolo di leadership nel settore a livello europeo grazie alla tradizione produttiva e l'alta specializzazione lungo tutta la filiera. Ed è un dato positivo per l’Italia che entra nel 2019 forte della sua secolare tradizione in questo campo che, nonostante i colpi, non vacilla, anzi rilancia con forza e determinazione, essendo di fatto il secondo settore manifatturiero in Italia dopo le attività metallurgiche. Quindi fondamentale per le sorti della nostra economia.

Con circa 500mila occupati, l'intero sistema moda conta circa 82mila imprese attive, di cui 25% in ambito pelletteria, 56% in ambito abbigliamento e 19% in ambito tessile. E proprio il settore tessile, fiore all’occhiello e da sempre grande vanto del Made in Italy, svolge un ruolo primario per l'intera filiera: il comparto, infatti, incide per il 26,7% sul valore della produzione moda. Le imprese attive nel settore tessile sono circa 15.500, concentrate prevalentemente nelle aree del Centro e del Nord-Est dove sono sviluppati distretti industriali di importanza mondiale come quello di Biella specializzato nella produzione di tessuti e filati, Prato specializzata nella produzione di filati e tessuti di lana per l'abbigliamento, e, infine, il distretto veronese con un alto numero di imprese di piccole dimensioni specializzate a ogni livello della filiera. La produzione più diffusa è quella laniera (41,4%), seguita da tessuti a maglia e cotonieri, tutti prodotti tradizionali dell'industria tessile italiana di cui andare fieri e da supportare ampiamente nel 2019 che ci aspetta. 

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