Formale/Informale. È la stagione della metamorfosi, in una società che vede le donne interpretare una pluralità di ruoli, Laura Biagiotti pone l’accento sulle lavorazioni sperimentando tecniche e materiali in inediti collages. Tela e filo assumono un potere anche metaforico nella composizione e nella scomposizione, creano intrecci, nodi, trame ma anche smagliature e trasparenze. Cachemire e seta, velluto e pizzo, eco-pelliccia e chiffon, paillettes e juta, colli a gorgiera e spalle nude: si rincorrono i contrasti, i volumi sfidano la pesantezza della materia e le leggi dello spazio. Linee strutturate e drappeggi molli per abiti che diventano una seconda pelle, un’estensione del corpo che permette di essere contemporaneamente rigorosa e seducente. Gli occhiali hanno montature iper-geometriche e lo specchio sulle aste: filtrano e amplificano, sono maschera, atteggiamento ludico, gratificazione e rivelazione, diventano manifesto di identità. La moda è strumento di connessione con sé e con l’altro, forma e idea, decoro e guscio.
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